Si parla tanto di questo “nuovo – seppur vecchio – virus”.
Dico nuovo perché, personalmente, prima di questi ultimi tempi non ne avevo mai sentito parlare, ma “vecchio” perché fu isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Uganda, nella Foresta Zika (da cui prese il nome).
Come indicato su Wikipedia:
Negli esseri umani provoca una malattia nota come “zika” o febbre Zika. Il virus è strettamente correlato a quelli che provocano la dengue, la febbre gialla, l’encefalite del Nilo occidentale e l’encefalite giapponese, tutti trasmessi principalmente da punture di insetto e pertanto definiti arbovirus.
Esso è trasmesso da numerose zanzare del genere Aedes, negli ambienti equatoriali soprattutto la Aedes aegypti e in quelli temperati la Aedes albopictus (zanzara tigre).
Dunque il virus si trasmette prevalentemente con le zanzare, ma non è impossibile, ed è già stato verificato, il contagio diretto per via sessuale (se il virus è presente nel liquido seminale di un individuo malato). Altre vie di trasmissione (esempio, tramite bacio – saliva) vengono ritenute estremamente improbabili/remote considerando la bassissima carica virale presente nella saliva)
Ogni volta che nasce una nuova epidemia (aviaria, mucca pazza, suina, sars…), o meglio, inutile pandemia, penso che sia solo un nuovo modo per fare soldi (queste elencate, infatti, costate miliardi di dollari ai governi mondiali tra vaccini e ricerche temendo avrebbero causato estinzioni di massa, han fatto meno vittime di una comune influenza e son finite tutte nel dimenticatoio)!
Qui, però, con la Zika, un problema esiste, e riguarda